STORIE VERE
STORIA N.1 Abbuffate La mia vita è stata fin dall'adolescenza un continuo alternarsi di diete e di abbuffate. Ogni volta riesco a seguire in maniera rigida la nuova dieta, ma basta che non la rispetti per un giorno per farmi ricadere nell'abbuffata. E' questo un momento in cui sono capace di ingoiare qualsiasi tipo di cibo in quantità incredibili, allo scopo di dare una risposta a quel mostro che è dentro di me. Arrivo poi ad un punto in cui sono completamente piena e quindi passo alla fase di "depurazione" attraverso il vomito che mi provoco da sola. Alla fine una vocina ironica dentro di me mi dice che ci sono ricaduta un'altra volta e mi ritrovo nella più nera depressione. Mi vado a pesare e malgrado "la depurazione" avvenuta mi accorgo che continuo a pesare sempre di più. Quindi, rassegnata, so già che appena uscirò da casa qualcuno dirà che sta passando la "cicciona". Tutto ciò è più forte di me e sono consapevole che non riuscirò mai a smettere. Fxxxxxxxx di Fxxxxx
STORIA N. 2 E' tutto cominciato con una dieta Buona sera, sono una ragazza di 25 anni e.... per non farla troppo lunga, perché è pesante ricordare, voglio raccontarvi la mia storia. Ho cominciato con una dieta per piacere ad un ragazzo e sono finita per cadere in un incubo, quale è l'ANORESSIA. Ho subito quindi problemi,depressione,solitudine. Tutto ciò mi toglieva praticamente la vita. Successivamente, dopo tanti sacrifici, ragionamenti e fregature, anche da parte delle amiche, che purtroppo non riuscivano a capirmi, forse anche perché io a loro non ne avevo mai parlato, sono riuscita a superare tutto questo. Successivamente però, facendo una dieta troppo povera di tutto e presa dalla fame più totale, sono caduta come per magia nella maledetta morsa della bulimia. Dopo anni e anni di duri sacrifici, sono riuscita, piano piano, a limitare il vomito, che ormai era diventato come fumare le sigarette. Due, tre e anche più volte ogni giorno...ma...non finisce qua. Da due, tre anni, anche se sono donna, ho cominciato a bere, ma bere vino, alcolici e tutto quello che mi capitava.Dosi che avrebbero spaventato tutti e tutte. Insieme al bere e al vomitare, sono cominciati a sorgere anche problemi di tipo fisico, cioè dolori allo stomaco e sensazioni che non auguro a nessuno. Con la paura di avere qualche cosa di inguaribile, da sola, ho eliminato piano piano l'alcool, ridotto ormai da cinque mesi di vomitare e ultimamente sto un po' meglio. Però, siccome non è facile smettere di bere, ogni tanto ci ricasco e sorgono quei problemi .....lo so.... sono una cretina ma, chi è passato come me in tutto questo, può capirmi. Comunque, chi leggerà questa storia, deve capire che con molto sacrificio e un po' di stima di se stessi, tutto si può fare, quindi.... non abbattetevi (gli amici sono molto importanti, non vi fate abbandonare). Ora vi saluto. Ciao e auguri a tutti e tutte. Ricordate che.... nessuno si cerca queste cose, ma sono tante circostanze a farcele capitare.
STORIA N. 3 Una storia non facilissima da raccontare La mia è una storia lunga e non facilissima da raccontare......... Raccontandola sinteticamente attraverso le varie fasi e i vari cambiamenti di peso, mi ricordo che a 10 anni il mio peso era di 70 kg e che decisi di voler dimagrire in tre mesi.Persi 20 kg e poi per tre anni riuscii in qualche modo a mantenere un peso abbastanza costante. Una volta iniziate le superiori ricominciai ad ingrassare e per altri 3 anni mantenni più o meno un peso intorno ai 70/75kg, che mi faceva soffrire moltissimo.Poi intorno ai 17 anni, senza nemmeno rendermene conto, entrai in un periodo di anoressia (allora non sapevo proprio cosa fosse) e arrivai a pesare 30 kg. Mi ero ridotta a letto senza quasi più parlare ecc.. Poi, da li, dopo un anno cominciarono (il grandissimo incubo) le abbuffate. Ero capace di aumentare anche 10 kg in una settimana. Col tempo sono tornata a pesare intorno ai 70 kg e poi per altri 3 anni circa ho fatto continuamente su e giù con il peso, alternando periodi di restrizioni a periodi di abbuffate, fino a che arrivai a pesare 93 kg. A quel punto mi decisi per un ricovero in clinica (nell'arco di tutti questi anni passati ho sempre fatto psicoterapia, cambiando però spesso terapeuti, consultato vari psichiatri e prendendo anche molti farmaci). Feci 6 mesi di ricovero a xxxxxxxxx e 6 mesi di day hospital...... tornai a pesare 60 kg.......ma il problema era ancora li (anzi)........ Conobbi in quel periodo un ragazzo ed andai a vivere con lui a xxxxxx, ma col tempo stavo sempre peggio, tanto che, in meno di 3 anni, arrivai a pesare 132 kg........... A quel punto... altra grande decisione......tornai a casa dai miei e dopo circa 6 mesi decisi di fare un'intervento di diversione bilio-pancreatica...... Dopo circa 10 mesi dall'intervento ( e siamo a fine agosto di quest'anno) avevo perso 80 kg, ma negli ultimi tempi sono rientrata in piena anoressia, iperattività ecc.. Poi .........sono ricominciate le abbuffate sempre più spaventose e angoscianti, ho perso praticamente il controllo in meno di un mese, ho ripreso oltre 10 kg e oramai sto sempre chiusa in casa a mangiare e a dormire. Loro (le abbuffate) hanno proprio preso il sopravvento, sono molto più forti di me, mi sembra proprio che sia un'altra persona che mangia. Ho proprio questa sensazione quando sento le mie mani che portano il cibo alla bocca e ne ho una paura folle.......
STORIA N. 4 Morirò così? Sono bulimica da 13 anni e mi abbuffo e vomito in media 3/4 volte al giorno. L'alimentazione al di fuori delle crisi bulimiche è scarsa e caotica. Mi peso almeno 2 volte al giorno e se mi scopro aumentata, sono crisi di pianto, incapacità di portare a termine i compiti quotidiani, resto in ansia e depressa finché non vedo l'ago scendere nuovamente. Ho iniziato a curarmi praticamente subito dopo l'esordio delle abbuffate. Inizialmente ero seguita da un neurologo, che si limitava a prescrivermi il xxxxxxxx, farmaco che semplicemente mi faceva dormire. Ho successivamente scoperto l'esistenza di una casa di cura, dove sono stata per 3 mesi,di cui 1 in regime di ricovero. In clinica facevo 3 volte per settimana psicoterapia, educazione nutrizionale e mangiavo controllata dalla dietista. Il responsabile mi aveva somministrato una dieta da 1500 calorie. E' stato l'unico mese, in 13 anni, in cui non mi sono abbuffata, per impossibilità pratica, ma appena mandata in day-hospital, ho ricominciato e mai smesso. Dopo la dimissione, con risultati nulli, ho intrapreso un'analisi junghiana, portata avanti per quasi 3 anni. Nessun risultato sul sintomo, anzi leggero peggioramento. L'analista mi consigliò una terapia più mirata. Altri 3 anni di psicoterapia dinamica e contemporaneamente, assunzione di 20 mg/gg di XXXXX. Intanto venivo seguita da dietologo esperto in disturbi del comportamento alimentare, che mi prescriveva dieta a 1600 kal. Non sono mai riuscita a seguirla perché mi faceva mettere peso, cosa che mi gettava nel panico e peggiorava ancora le crisi bulimiche.Un altro anno di psicoterapia cognitivo-comportamentale.....zero anche qui, non sono riuscita ad applicare le strategie e ad automonitorarmi con costanza. Sono due anni che non vado più in terapia: sono stanca, sfiduciata e anche rimasta senza denaro! Le crisi bulimiche assorbono tutto il mio tempo libero e i soldi che ho. Spendo circa 1 milione al mese solo in cibo che poi vomiterò. La situazione familiare (sono sposata da molto tempo, non ho figli) è chiaramente drammatica e conflittuale. Tengo sotto controllo la depressione con la XXXXXXXX, prescrittami dallo psichiatra. Ho frequentato i gruppi di XXXXXXXXXXXXXXXXX, che usano il programma dei 12 passi degli A.A. Le riunioni mi deprimevano e inoltre, l'enfasi sul concetto di malattia aggravava il mio stato d'animo. In agosto ho visto tracce di sangue nel vomito e corsa in pronto soccorso, dopo gastroscopia, mi è stata diagnosticata la sindrome di Mallory Weiss, con forti raccomandazioni a diradare gli episodi di vomito, ma il giorno dopo riprendevo. Ho paura di mangiare perché ingrasso immediatamente. Il grasso mi fa orrore ma ho una fame perenne, enorme e sono costretta a liberarmi della grande quantità di cibo che ingurgito. Morirò così?
STORIA N. 5 Ma gli amici cosa possono fare? Il mio nome è XXXXXXXXXX e sono molto preoccupata. La mia migliore amica è affetta da Vomiting da quasi 4 anni. E' in cura da uno psicologo, ma le crisi che la colgono giornalmente, non le danno tregua. Mi telefona in lacrime e spesso viene a casa mia in preda alle crisi. Spesso mi domando che cosa bisogna fare in questi casi. All'inizio, credendo che la malattia fosse un cercare l'attenzione altrui, facevo sentire la mia presenza con paternali fiume, ma poco a poco mi sono accorta che il problema risiedeva, e risiede tuttora, soprattutto nella sua famiglia. Resta comunque il fatto che il suo carattere la spinge a non sentirsi mai soddisfatta di se stessa, a non trovare mai qualcosa di sufficientemente importante, che la distolga da quel...non so neanche come definirlo... è come se avesse un buco dentro. Se le chiedo cosa le piace fare, mi risponde che non saprebbe dirlo. Non si piace, ma parliamoci chiaro.. chi è che si piace così com'è? Però a un certo punto della vita uno deve pure accettarsi così com'è. Questo inverno mi telefonava tutte le mattine e parlando capivo che stavo parlando con una persona morta dentro....e non so perché. Ma caspita, ci conosciamo da quando siamo nate, conosco la sua storia per intero, so bene quale è il suo valore..e non riesco a capire. Soprattutto non riesco a capire il modo giusto di rapportarmi a lei. Quando mi telefona, quando usciamo, lei mi racconta di cose che fatico a comprendere e quindi non apro quasi bocca, eppure vorrei veramente esserle utile. Ma come? Ho cominciato a pensare che lei soffra di una specie di vuoto progressivo, cioè che qualunque cosa sembri alleviare il suo dolore, che sembra riempirle la vita, poi in realtà provoca uno "sbraco anche peggiore" nel suo essere. La vita di tutti i giorni la soffoca, ma anche uscire dalla routine, e poi quel volere a tutti i costi controllare tutto quello che le succede ( ma come le và?!). Certe volte penso che anche io dovrei avere un supporto, per affrontare questa situazione nel modo più costruttivo per lei e meno distruttivo per me (vederla e sentirla in quello stato mi sta distruggendo dentro)
STORIA N. 6 Come aiutarla? il mio non è un problema diretto, nel senso che non sono io a soffrire di anoressia. Lavoro in una palestra, frequentata anche da M. una ragazza di 19 anni, che due anni fa fu ricoverata in ospedale per anoressia. Adesso lei è ancora visibilmente sotto peso, mi ha confidato di non avere le mestruazioni, è ossessionata dalla palestra e ci passa minimo 3 ore al giorno. Poco tempo fa io ed altre ragazze (frequentanti la palestra) abbiamo notato una sua "particolare stanchezza", inoltre, ad una cena di compleanno, dopo essersi mangiata una pizza intera e una fetta di torta, è andata 2 o 3 volte in bagno. Dicono di averla sentita vomitare più volte anche nel bagno della palestra. Lei dice che ora sta facendo una cura ormonale. Sono sinceramente preoccupata, non sappiamo come aiutarla. Possiamo noi amiche intervenire in qualche modo?
STORIA N. 7 Il cibo è il cardine delle mie giornate Ho 34 anni e da un anno a questa parte il cibo é diventato un problema per me. E' il pensiero principale della giornata, se devo incontrare gli amici o il fidanzato, non sono contenta tanto di questo, quanto del fatto che queste occasioni mi daranno la possibilità di mangiare; quasi sempre la sera, dopo cena, "aggredisco" il mio frigorifero e, anche se non mangio molto, ho la sensazione che non voglio e non posso fermarmi. Spesso quando c'é il mio fidanzato non vedo l'ora che se ne vada per poter mangiare in santa pace. Infatti prediligo le mangiate in solitudine, davanti alla tv. Il fondo l' ho toccato l'altra sera, quando, dopo cena, in un locale con lui, ho chiesto un piatto di polenta e cinghiale e me lo sono "spazzolato". Mi sono sentita molto in colpa, un po' per la sua disapprovazione e un po' perché capisco che il cibo adesso è per me un problema. Non metto in atto meccanismi compensatori come vomito, lassativi e iperattività, ma alterno abbuffate e digiuni. Attualmente sono circa 10 chili in sovrappeso. E' come se solo il cibo potesse darmi soddisfazione e piacere, e dire che non mi manca niente.....lavoro, ho una persona che mi vuole bene e a cui voglio bene....Fortunatamente, se così si può dire, quando sono depressa mi scappa la fame.....................Questa é la mia storia, non grave come tante altre, ma per me problematica, non tanto per le quantità di cibo che ingerisco, ma per il fatto che il cibo è il cardine delle mie giornate e dei miei pensieri e questo.... non é giusto.
STORIA N. 8 Come posso fare per uscire da questa situazione? Sono una ragazza di 22 anni, vivo sola per motivi di studio e il mio problema è iniziato circa 8 mesi fa. Ho iniziato a mangiare sempre meno e a pesarmi più volte al giorno. In passato avevo iniziato diverse diete, ma dopo i primi risultati smettevo e ogni volta riprendevo tutti i kg persi. Questa volta volevo invece farcela. Ero lusingata dai commenti degli amici che mi dicevano che ero dimagrita e questo mi spingeva a mangiare sempre meno. Non appena vedevo qualche etto in più sulla bilancia correvo ai ripari con intere giornate di digiuno. Durante l'estate ho iniziato a vomitare perché dopo un giorno di digiuno avevo attacchi di fame, mangiavo e poi mi sentivo in colpa. Vomitare è diventata la mia ossessione! A volte non vedo l'ora di restare sola per mangiare tutte le leccornie di cui ho voglia e poi ...vomitarle! In questi mesi ho perso 18 kg, ma ora ho paura...voglio uscirne, ma non voglio ingrassare! Il problema è che mi sto isolando, la mia vita sociale si riduce sempre più e poi non è possibile vivere con l'ossessione delle calorie. Ho provato a mangiare regolarmente (soprattutto ora che sono a casa) perché non voglio che mia madre sappia, ma la bilancia ha cominciato a segnare cifre più alte e sto male...mi vedo troppo grassa! Come posso fare per uscire da questa situazione?
STORIA N. 9 Se quella è l'unica strada..l'affronterò. Buongiorno,
il mio problema si riassume in un acronimo, soffro di B.E.D. : insomma
mi abbuffo in solitudine poi sto malissimo , fisicamente, ma soprattutto
psicologicamente. Non sono comunque ancora arrivata all’obesità e non
ci voglio nemmeno arrivare. E’ un problema che ho sempre avuto, ma di
cui ho preso coscienza solo da poco. Ciclicamente ho questo rapporto
particolare con il cibo. Poi non lo so... scatta qualcosa e mi
disintossico. Chi mi sta vicino non si accorge mai di nulla. In quei
giorni non vado a lavorare, evito la gente, tuttavia, quando le
circostanze proprio non mi permettono di evitare le persone, mi rendo
conto di sentirmi bene con la gente, e dentro di me penso che sarei
potuta stare ancora meglio se non avessi mangiato così tanto. STORIA
N. 10 Se riuscissi a dimagrire starei molto meglio Sono una ragazza di 26 anni che soffre di disturbi alimentari.Di sera e poi durante la notte, mi abbuffo. Riesco ad evitare tale abitudine solamente se dormo dove non c'è niente da mangiare... che non è cosa facile. Infatti, sono riuscita a calare di peso dormendo fuori casa, ma poi, quando sono andata a vivere con il mio compagno, ho ripreso tutti i chili.La cosa peggiore succede se sto a casa di mia madre. Lei, si, mi prepara le verdure, ma poi cucina tutte pietanze ipercaloriche e me le propone.... sembra lo faccia apposta...Sono al punto che vederla mangiare mi innervosisce! Ora, che ho ripreso a dormire da sola di notte, sogno di mangiare e a fatica rimango a dieta. Infatti, appena vado a casa di mia madre .....mi abbufferei subito.Ho proprio la fissa del cibo, lo vedo come un balsamo dell'anima.So comunque che, se riuscissi a dimagrire, starei molto meglio....
STORIA N. 11 Ma come? Sono molto golosa e... specialmente nella stagione invernale. Forse il tutto è dovuto ai lunghi pomeriggi passati in casa con il mio bambino di cinque anni. Purtroppo verso le 17.30/18.00 comincio a fare uno spuntino, ma che poi si trasforma in una dolce abbuffata, che proprio non riesco a controllare...Naturalmente dopo sto male e vorrei anche vomitare, ma sfortunatamente non ci riesco, Il dopo, per me, è il momento in cui sto peggio, in quanto, oltre al male fisico, ho dei sensi di colpa che mi fanno sentire una nullità e un'incapace su tutto.Ho provato ad analizzare questi momenti e sono giunta alla conclusione che siano dovuti al fatto che mi manca il contatto con il mondo esterno. Il fatto di passare tutte queste ore in casa senza vedere nessuno o parlare con qualcuno, mi deprime molto, anche perché mi manca la voglia di cercare qualcuno o telefonare...Ci sono giornate durante le quali mi sento molto depressa e non ho voglia di fare niente..... altri giorni che invece cerco di smuovermi e il mio malessere passa. Spesso mi domando se devo consultare uno psicoterapeuta o se (ed è quello che vorrei) devo cercare di risolvere da sola questo problema.......ma come?
STORIA N.12 Mi sento ingombrante Mi chiamo xxxxxxxx e sono in sovrappeso di 15 chili. Penso di avere disturbi alimentari, poiché è solo da qualche anno a questa parte che sono diventata come sono. Mi sento grassa, ingombrante e per questo... di troppo nel mondo. Ho sempre il terrore di non riuscire a sedermi nelle poltrone e di essere troppo ingombrante da un punto di vista visivo, odio le mie cosce e la mia pancia, le mie braccia, grasse e flaccide,e non mi amo.... ma neanche abbastanza per dirmi che è ora di lasciare finalmente a terra questa seconda persona che mi porto dietro. Ingombrante, rubo lo spazio vitale agli altri e spesso mi sento a disagio, come se io stessa fossi di troppo. Inoltre sono tre mesi che le mie mestruazioni vanno e vengono. Sto seguendo una cura presso il mio ginecologo (ho solo 24 anni) e ho il terrore di restare sterile...perché le mie ovaie si sono rimpicciolite. Ho problemi alla tiroide e prendo tutte le mattine una piccola pillola per stimolarla, ma i risultati mi sembrano scarsi.Mangio troppo quando sono tesa e nervosa per un esame (studio economia e in un solo anno accademico ho fatto ben 9 esami,uno stress continuo!!). Prima di questi ultimi tre anni pesavo 58 chili e portavo la taglia 44... a volte la 42.....oggi non mi sento bene con me stessa e porto la 46 (o meglio la 48-50) mi sento uno schifo. Penso che potrò perdere qualche chilo solo dopo che mi sarò laureata. La mia attività di studentessa, penso infatti che possa incidere molto sulla mia attuale situazione.....non esco mai (a volte solo il sabato) e non ho rapporti con l'altro sesso da quando portavo la 42. Mi vergogno infatti del mio corpo, anche se qualcuno mi ha detto che mi desiderava molto.... Insomma, ho davvero bisogno di aiuto, soprattutto psicologico, poiché mi sento sfiduciata e vorrei imparare a rilassarmi e a vivere più serenamente, ad accettare il mio corpo, anche se è deforme rispetto a quattro anni fa, momento in cui tutta la mia vita è cambiata.
STORIA N.13 Non lasciatemi sola A 8 anni inizio a soffrire di tic
nervosi. A 16 mi ammalo di anoressia di tipo restrittivo. Nel giro
di 2 anni arrivo a pesare 40 kg (sono alta 165 cm) con dieta
perenne, digiuni, ore in palestra. A 18 anni all'anoressia subentra
la bulimia, senza condotte di eliminazione. Nel giro di pochi mesi
arrivo a pesare 75 kg. Negli ultimi 12 mesi la patologia
"prende una brutta piega": inizio a vomitare (cannucce,
spazzolini da denti, mastoli da cucina) e divento
farmaco-dipendente. Prendo con modalità "fai da te" vari
antidepressivi e ansiolitici. Vengo più volte ricoverata per
attacchi epilettici da abuso di antidepressivi (per mesi interi
anche 20 cp al giorno) e rasento il coma per ingestione di
psicofarmaci. Ho tentato spesso il suicidio. Fortunatamente da tre
anni sono seguita 1-2 volte a settimana da una neuropsichiatra molto
competente e dall'anno scorso, con l'inizio dell'università, sono
in psicanalisi tre volte a settimana.
STORIA N. 14 Mi sono resa conto del mio disturbo alimentare navigando in internet Salve! Sono una donna di 36 anni, sposata con 2 figli. Mi sono resa conto da pochi giorni di soffrire di un disturbo alimentare, navigando in internet, leggendo siti sull'alimentazione! La cosa di cui sicuramente mi rendo conto da almeno 8-9 anni è che la mia felicità dipende dal mio peso e dal mio rapporto con il cibo e questo non mi sembra "sano" e mi fa anche molta rabbia! Ho fatto infinite diete (e continuo a farne) e poi inesorabilmente riprendo tutti i chili con grandi sensi di frustrazione e fallimento. Attualmente peso 78 Kg (per !,67 di altezza) peso mai raggiunto prima. Ho preso dei farmaci solo in occasione di qualche dieta (sempre sotto controllo medico)e ho notato che funzionano a meraviglia, nel senso che mi passa la voglia di mangiare a dismisura e riesco a dimagrire... ma come smetto riprendo tutti i chili con gli interessi!!!!! Ho capito che la risposta non è nei farmaci, sebbene la tentazione di prenderli e dimagrire velocemente a volte è forte!!!! So che la cosa giusta sarebbe adottare un regime alimentare costante ed equilibrato,ma non sono in grado di adottarlo. A volte cado in quelle "abbuffate" che ho ritrovato in tante storie presenti nel vostro sito. Non mi procuro vomito, non prendo lassativi ne cose del genere. Ingrasso e basta!!! La mia storia non è drammatica come tante che ho letto ... ma tutto questo rende le mie giornate piene di rabbia e infelicità e questo mi sembra un affronto alla vita ... ma non riesco a cambiare questa situazione. Tra l'altro sto condizionando mia figlia (7 anni) che sta venendo su un po' robusta (i geni non mentono... siamo tutti un po' robustelli in famiglia) e questa cosa mi ossessiona ed ho il terrore di sbagliare il mio comportamento con lei in questo senso ... ho il terrore che ingrassi, per cui a volte le impedisco di mangiare alcune cose e poi di nascosto io me ne rimpinzo!!!!Cosa posso fare? Ho sperperato milioni e milioni in dietologi e diete, non ho disponibilità economiche molto elevate. Mio marito non si accorge di niente (o almeno non sa da cosa dipende il mio malumore). Vede solo una povera pazza che passa da diete a grandi mangiate. Non so se una terapia psicologica mi aiuterebbe e comunque per me sarebbe difficile da affrontare:sicuramenete mio marito non sarebbe daccordo e mi creerebbe un mare di problemi! Tra l'altro non saprei a chi rivolgermi....
STORIA
N.15 Mangiare per vivere...solo questo vorrei.. Ho 30 anni, sono alta mt 1,63 e peserò all'incirca (è da dicembre che non ho il coraggio di salire su una bilancia e che non ho il coraggio di guardarmi nuda allo specchio) 66/67 chilogrammi.Da bambina (fino a 4 anni) sono stata inappetente e magrissima, sempre sottopeso, la dannazione di mamma che (con l'aiuto del pediatra) mi ha sempre rimpinzato di vitamine, pappa reale ed altro.Dai 5 anni in poi ho avuto un repentino risveglio dell'appetito ed in men che non si dica sono diventata una bambina grassa e mangiavo veramente a dismisura.Ho dimenticato di dire che mio padre è sempre stato un normo-peso, invece mia madre è sempre stata un'obesa (alta mt 1,58 pesa 89 kg).La prima dieta seguita da un endocrinologo l'ho fatta a 12 anni, riuscendo a perdere diversi chili (una decina), ripresi poi alla velocità della luce appena interrotta.Sono arrivata a 17 anni che pesavo 72 chili ed è stata quella la prima volta in cui mi sono vergognata e sentita diversa dagli altri, brutta, impacciata, stupida.Con l'aiuto di una dietologa sono arrivata a pesare 60 chili e ad acquistare un po' più di fiducia in me stessa, anche grazie ai primi successi con l'altro sesso.Comunque i miei attacchi improvvisi di fame (solo la notte ed al lavoro non li ho) non mi sono mai andati via: specialmente quando sono a casa mangio di tutto e di nascosto, sono vorace durante i pasti e mangio ad una velocità spaventosa.Divoro (soprattutto prima dei pasti) di tutto: salato, dolce, cioccolatini, biscotti, pane, sottilette, affettati... tutto quello che trovo e non riesco a smettere...Poi mi sento una cretina, una smidollata senza volontà e tutto questo mi si ripercuote anche nel lavoro, col fidanzato, in me stessa...Adesso che sto per sposarmi (tra tre mesi) mi sono giurata di dimagrire almeno 6/7 chili per non dover far allargare il vestito che ho scelto, ma neanche questo mi serve da deterrente... ho sempre fame, fame, una maledettissima fame che non controllo, è lei che mi possiede! Il desiderio più grande che ho è quello di non essere grassa, di smettere di invidiare le donne magre e di mangiare per vivere: mangiare per vivere... solo questo vorrei...
STORIA N. 16 Come la posso aiutare? Ho 25 anni ed esco da un anno con una ragazza bellissima di 23 anni. Solo ora mi accorgo che quando mangia parecchio..... dopo si infila le dita in bocca (con una facilità estrema!!) per provocare il vomito, perché.... mi dice....che se lei mangia fuori orario (e questo capita due volte a settimana) ha bruciori di stomaco e solo il vomito può risollevarla da questo dolore atroce. Diciamo che la ragazza ha dei rapporti forse un po' tesi coi genitori (lei dice che il padre non capisce niente e la madre le rompe sempre le scatole, inoltre che sia colpa di sua madre se ora ha la cellulite per un motivo collegato alla gravidanza, ma che ora io non ricordo bene), inoltre dice sempre di fare schifo (ma non è vero!) che la gente appena la vede vomita e via dicendo...la notte inoltre digrigna i denti. E' una ragazza molto nervosa, ha paura per qualsiasi cosa e trema come una foglia se ha paura e si innervosisce se viene svegliata brutalmente. Ha avuto una relazione con un altro ragazzo prima di me (che l'ha maltrattata in tutti i sensi per 5 anni tradendola con un'altra) e dice di aver inoltre paura che io la molli prima o poi(anche se io sono consapevole che ciò non succederà mai!). Dice poi che io sono la persona più dolce che esista al mondo. La nota dolente è che più volte le ho detto .....cosi per scherzare.... "cicciona" e lei, malgrado non pesi niente, se la prendeva seriamente. Prima che la sua situazione si aggravi, che cosa posso fare per aiutarla?
STORIA N. 17 Si sarà accorto anche lui che ho qualche chilo di troppo?
Chi sono?? Difficile da spiegare! Diciamo una
bimba di 30 anni che tempo fa è riuscita a superare "piccoli
problemi" come gli attacchi di panico e la bulimia. Ma ahimè
la bulimia si sta riaffacciando! L'anno scorso, come un fulmine a
cielo sereno, il mio ragazzo mi ha lasciato....(dopo qualche mese
tutto si è risolto) mi sono sentita morire ho pensato come molto
tempo prima, di essere io la causa di tutto, che il mio fisico non
avesse tutti i requisiti necessari per essere una donna amata e
desiderabile. Ho iniziato a digiunare, ho raggiunto i 47 kg, ma
per fortuna una vocina dentro di me mi ha fatto notare che il
baratro era li ad un passo e sono riuscita a reagire. Ora peso 52
kg e sono alta 1.64 (sono più o meno normale) ....ma il desiderio
di ingurgitare cibo mi ossessiona. Quando mi ritrovo sola apro il
frigorifero, mando giù qualsiasi cosa e mi dico: " posso
mangiare di tutto, tanto dopo vomito!" Purtroppo la cosa si
sta ripercuotendo sulla mia vita affettiva e sessuale: non riesco
a lasciarmi andare, ho paura che il mio ragazzo noti quel chilo di
troppo sui fianchi e la cosa mi rende nervosa, soprattutto in
quelle situazioni in cui ogni essere umano dovrebbe lasciarsi
andare per godere di momenti felici....che per un attimo ti fanno
sentire in pace con il mondo e con te stessa. Ho voglia di
equilibrio, di serenità, ma purtroppo non ricordo più come si fa
ad amare se stessi. La mattina, quando vado a lavoro e qualcuno mi
guarda mi domando :" si sarà accorto anche lui che ho
qualche chilo di troppo?? ...o sta solo guardando il mio
viso??" Come al solito opto per la prima soluzione e le
paranoie tornano come i vecchi fantasmi....come è possibile far
si che scompaiano.....??
STORIA N. 18 Anche quell'opportunità mi è stata negata Sono una studentessa universitaria, 19enne...che oramai da 4 anni vive con l'incubo del cibo. Dal mattino alla sera, penso costantemente e delle volte, inconsciamente, a quello che dovrò ingurgitare, quando, dove e cosa...per poi rigettare tutto selvaggiamente. Ho girato psicologi di ogni tipo, sono stata anche ricoverata per un un check-up...i miei genitori, per un breve periodo, si erano allarmati, quando videro il callo che mi è comparso sulla mano destra, a forza di vomitare. Tutto è cominciato piano piano...senza che io me ne accorgessi, ma con le molte ore di psicoanalisi che ho fatto, credo di poter collegare l'inizio del mio "vivere grigio" con la crisi di coppia dei miei, con l'uscita da casa di mio padre (e il successivo rientro), e con il mio aborto clandestino. Anche mia madre è stata "bulimica" (odio questo termine), e tutt'oggi, di tanto in tanto, la incrocio quando esco dal bagno con gli occhi rossi e lucidi per lo sforzo che ho appena fatto, e, a testa china, fuggo via, sapendo che anche lei andrà a vomitare. Sono una ragazza che vorrebbe essere solare come caratterialmente è nata, dovrei essere bella, almeno come gli altri dicono, ma io non mi piaccio fuori, perché non riesco a piacermi dentro. Sono 1.67 di altezza e peso 57-58kg....dunque, in teoria, dovrei pesare giusto, ma io mi vedo costantemente cicciotta, ingombrante, scoordinata, sento il grasso scorrere nelle mie vene.....Non riuscendo più neanche a piangere....sono diventata così insensibile nei miei confronti e verso il mondo intero. Non riesco più aprovare sensazioni belle o brutte....percepisco solo una gran rabbia....che non sono in grado, ahimè, di tirare fuori...Più il tempo passa, più capisco che i problemi e le paure dentro di me si accavallano e stratificano..... Mangio e vomito 2-3 volte al dì.....sono "depressa" perché faccio fatica a vivere...........sono esausta, anche di respirare. Ho provato tutti i modi per uscire dal mio grigiore o comunque per trovarne rimedio. Ho pensato anche alla morte, ma anche quell'opportunità mi è stata negata.
STORIA N.19 E' anoressia? Ieri sera, al Maurizio Costanzo Show , hanno parlato di anoressia e così ho deciso di cercare su internet qualche sito che si occupa di tale argomento. Ho trovato così questo sito.Ho 30 anni , peso 42 kg , mangio , non vomito e sono stata ricoverata in un centro dieci anni fa. Quando feci la mia prima visita , il primario scrisse sulla cartella clinica "anoressia ? " e mi fece subito ricoverare. Il punto di domanda era dovuto al fatto che io presentavo tutte le caratteristiche di un'anoressica , tranne la scomparsa delle mestruazioni. Feci 40 giorni di ricovero in questo centro , devo dire bello e confortevole, dove però l'unica magra ero io. Controlli su controlli , esami della tiroide , dell'ipofisi , della surrenale , sangue che mi prelevavano a tutte le ore, ma non risultò niente , ero sana come un pesce . La mia richiesta di ricovero era stata inoltrata perché in quel periodo pesavo 32 kg . A quei tempi non mangiavo. Parliamo infatti di 12 anni fa , quando ebbi il mio primo fidanzato. Davanti a lui mi vergognavo a mangiare , e cosi passavano i giorni, e io perdevo peso. Nella mia vita non sono mai stata al di sopra dei 44 kg , ma 32 erano decisamente preoccupanti. Litigavo con lui e non mangiavo. Sapevo che lui soffriva nel vedermi così , allora io avevo adottato questa tattica per farlo tornare , ogni volta che eravamo in lotta.La storia però, era iniziata qualche tempo prima con il suono di un campanello d'allarme. Avevo infatti attacchi di panico quando mi trovavo nei bar , nei ristoranti, e continui sensi di disagio quando mi trovavo in contesti diversi (che poi di diverso non avevano niente). Comunque, al Centro, nelle due sedute di psicoterapia che feci, la dottoressa, mi rideva in faccia quando le raccontavo queste cose.....Io pensai : " vorrà sdrammatizzare" ........e mi disse, che il senso di vomito che avevo, era come se io vomitassi il mondo intero, il rifiuto di certe persone. Va bè ..pensai, avrà ragione lei ....Nel frattempo sono trascorsi 10 anni e più , ma questo senso di disagio nel mangiare davanti agli altri, io non l'ho mai superato.Con quel ragazzo la storia è finita , ma ne sono venute altre, e puntualmente anche gli stessi problemi.Sono stata da un dietologo, per ingrassare naturalmente.....Da 38 kg, in una settimana, sono arrivata a 43 kg, dopo di che , blocco.......l'ago della bilancia non andava più avanti. Il dietologo mi consigliò allora la psicoterapia associata alla mia dieta. Dopo 4 mesi di colloqui, mi ritrovai a chiedermi : " ma io sono anoressica?" Ho cambiato 3 psicologi in tutti questi anni, ma nessuno mi ha dato una risposta finora... Sono stanca... di rendere la mia vita così limitata. Probabilmente l'artefice di tutto ciò sono io , forse so anche le risposte alle mie domande, ma non riesco a trovarle o ad ammetterle.
STORIA N. 20 Peso 90 chili Sono da tempo convinto che il sovrappeso (il mio in particolare) sia dovuto ad una incapacità di controllo dell'alimentazione. Sono alto m.1,69 e peso dagli 88 ai 90Kg. Ho tentato più volte di seguire una dieta. In una sono riuscito a perdere 20 Kg. in meno di due mesi, ma ciò è stato possibile grazie a delle capsule che mi dava il dietologo, delle quali ignoro il contenuto. Ho poi saputo che contenevano qualcosa che influiva sulla psiche, perciò ho subito smesso di assumerle, riprendendo velocemente il pesoperduto. Spesso m'impongo di mangiare meno, ma a tavola non riesco a darmi il giusto limite ed ho poi dei rimorsi di coscienza che mi assillano dopo i pasti. So bene che una buona attività fisica potrebbe essermi d'aiuto, ma per questa ci vorrebbe del tempo di cui io non dispongo. Spesso mi domando se è possibile poter intervenire in qualche modo sulla mia psiche ( senza l'uso di farmaci) imponendomi inconsciamente di limitare l'assunzione del cibo utile al necessario fabbisogno. Sono convinto che nelmio inconscio, qualcosa mi induce a rimpinzarmi smisuratamente, disobbedendo alla mia stessa volontà ed alle necessità del mio corpo.
STORIA N. 21 Credo di soffrire di anoressia Ho 23 anni e credo di soffrire di anoressia. Tutto è cominciato circa 4 anni fa, quando per l'esame di maturità, stress e tutto il resto, persi in 15 giorni 5 chili. Mi scomparsero le mestruazioni e dopo 9 mesi mi decisi ad andare da un ginecologo che mi prescrisse una cura ormonale. Tutto si normalizzò, non acquistai peso, ma vivendo da sola e dovendo seguire i corsi universitari, non mangiavo come avrei dovuto. Comunque il peso rimaneva costante: sui 48 kg. il cibo non era un problema, stavo solo un po' attenta a non esagerare con i dolci. il vero problema è sorto l'anno scorso, quando ho subito un lutto. Per un periodo di tempo sono stata sotto stress e, non accorgendomene, ho perso altri 5 chili. Tutti me lo facevano notare e questo a me faceva piacere, anche io mi piacevo, anche se tutti mi consideravano TROPPO magra. Più i vestiti mi scendevano, più mi sentivo bene. non avvertivo mai la fame e resistevo perfettamente alle tentazioni. Tutti mi notavano per la mia magrezza e questo mi dava coraggio, perché venivo in qualche modo presa in considerazione, io che sono sempre stata timida e messa da parte per il mio carattere insignificante. Le mestruazioni andarono via di nuovo. Andai da una ginecologa che subito intuì la mia paura di ingrassare. nuova cura di ormoni. Poi mi stancai delle lamentele e dei commenti dei miei e degli amici e cominciai a mangiare di più. Ripresi dei chili, ma alla prima occasione li ripersi, cominciando a escogitare dei veri e propri PIANI per mangiare SEMPRE E COMUNQUE meno di tutti. Stavo e sto tuttora ore ai fornelli per preparare prelibatezze da far ingurgitare agli altri, riservando per me mini porzioni o cose diverse con qualcosa in meno. Il cibo è il mio pensiero fisso: da quando apro gli occhi a quando li chiudo, ma da poco ho una fame perenne: spero di non passare alla fase bulimica... sto cominciando a sputare le cose di nascosto o a buttarle... sono in pericolo? ....Come finirà? Non so e non voglio imparare a vomitare, intanto sono sempre depressa, piango spesso e ho crisi di senso di colpa quando mangio un pò di più... e poi mi sto anche affezionando alla mitica nutella! Sono disperata. Vedo tutto nero e intanto non riesco a normalizzarmi. a volte mi vedo una stupida, altre volte invece sono sempre più ferma nei miei propositi. Credo di essere diventata pazza.... Che darei per essere la ragazza scema, insignificante e NORMALE che ero una volta...
STORIA N. 22 Spero non sia un vicolo cieco Innanzitutto mi presento, ho 20 anni, vivo con i miei e mio fratello.Fin da piccolo ero robusto (tutti nella mia famiglia lo sono). Arrivato in 3° media, cosciente del fatto di pesare ormai sui 100 chili, decisi di dimagrire drasticamente. Consultai, sotto consiglio medico, un dietologo che mi prescrisse una dieta alla quale però non fui fedele. Successivamente, convinto sempre più del bisogno di dimagrire, iniziai una dieta autonomamente. Mangiavo un’abbondante colazione, a pranzo avevo dimezzato la mia solita porzione di cibo, mentre la sera mangiavo quasi sempre solo frutta. Inoltre mi ero iscritto in palestra e facevo un’ora al giorno di ginnastica; la domenica invece facevo degli esercizi a casa. Cominciai a dimagrire abbastanza velocemente e i risultati ottenuti mi facevano mangiare sempre di meno. Devo però ricordare una cosa molto importante: la domenica interrompevo la dieta e mangiavo a volontà. Tirai avanti per circa 4 mesi e calai sui 20 chili. Ma il mio ideale estetico non era ancora stato raggiunto. Mangiai sempre di meno fino ad arrivare veramente a essere molto magro. Dopodiché, stanco della dieta, e incoraggiato da alcuni miei amici e amiche che mi avevano fatto notare che effettivamente ero troppo magro, e che stavo per diventare anoressico, cominciai piano piano a riprendere un equilibrato regime alimentare.Questo durò pochissimo perché, appena reingrassato (scusate il termine), la mia immagine cambiò di nuovo, fui confuso..... Non fu una bella situazione. A tutt’oggi peso 85 chili, ma vorrei arrivare a pesarne 70. Lo so che dovrei accettarmi per così come sono, ma… Ho fatto un’altra dieta e sono calato rapidamente 4 chili. Adesso li ho ripresi tutti.Ho però finora omesso un “particolare”: le abbuffate, che una volta facevo solo la domenica, ormai sono quotidiane.......sembra una specie di fame nervosa, anche se io, di carattere, non sono così......è che quando inizio a mangiare, non riesco a trattenermi. Tutto ciò pregiudica la mia vita sociale, scolastica, affettiva, etc. Non sono mai contento della mia immagine, sono stressato dal fatto di non riuscire a controllarmi. A volte ho pensato di vomitare subito quello che avevo mangiato, ma non l’ho mai fatto...Ho cercato di parlarne a casa, ma tutto ciò non sembra interessare i miei, o meglio, sottovalutano, a mio parere, la gravità della cosa.... Spero non sia un vicolo cieco.
STORIA N. 23 Sono esausta Non so perché ho deciso di scrivere la mia storia, comunque eccola qua. Sono una ragazza di 22 anni, sono sette anni che soffro di bulimia e giuro che non ce la faccio veramente più!! Tutto è cominciato a 16 anni, quando ho iniziato una dieta, non che fossi tanto grassa, ma quei chili in più, guardandomi allo specchio, mi facevano sentire brutta e inadeguata nel guardare tutte quelle modelle magre in televisione, nei giornali...Nel giro di un paio di mesi persi la bellezza di 15 chili(ne dovevo perdere solo 5) e per me quello è stato il periodo più bello della mia vita, perché finalmente, guardandomi allo specchio, non avevo niente da invidiare a quelle "modelle".Però, come tutto, il bel momento finì quando al mare, in costume, il mio ragazzo mi disse "sei tutta pelle ed ossa, mi piacevi più prima". Mi cadde il mondo addosso. Tutti i sacrifici fatti fino a quel momento erano serviti solo a farmi apparire più brutta agli occhi della gente.Un pomeriggio, però, successe il "FATTO" e da quel momento per me iniziò l'inferno che continua tuttora.Dovevo uscire con dei miei amici, ma per un disguido, con mia madre restai a casa e non so come accadde, ma iniziai a mangiare senza controllo e senza nemmeno rendermi conto di quello che stavo facendo. Dopo me ne resi conto e mi sentii in colpa, provando un disprezzo nei miei confronti indescrivibile, per aver buttato al vento tutto quello che avevo fatto fino a quel momento.Provai a vomitare tentandole tutte, ma non ci riuscii. Così sono iniziate le mie abbuffate e i miei digiuni, con il risultato che i 15 chili persi sono stati tutti ripresi. Il mio peso non è più stabile, dimagrisco ed ingrasso con estrema facilità e seconda della frequenza delle mie abbuffate. Nonostante i miei innumerevoli tentativi per vomitare, non ci sono mai riuscita e quindi ho sempre fatto e sto facendo ricorso a lassativi e attività fisica. Ad essere sincera è da un po' che mi sento talmente giù e mi faccio così schifo, che non ho più voglia di alzare un dito e non riesco più nemmeno a lavorare. Non esco e nelle poche volte in cui lo faccio, mi sento inferiore e mi vergogno moltissimo. Non ce la faccio più, voglio uscire da questo circolo vizioso; a volte mi sembra di essere drogata, ma in fin dei conti è come se lo fossi, io dipendo dal cibo, ho l'ossessione del cibo, ci penso in continuazione e addirittura anche di notte sogno che mangio e mi sveglio con il senso di colpa. Quello che mi ha distrutto e che continua a distruggermi non è il male fisico, anche se dopo aver ingurgitato migliaia di calorie mi sento lo stomaco scoppiare, ma è il lato psicologico, il senso di colpa mi lacera e mi fa impazzire. A volte, per punirmi, arrivo a picchiarmi in testa con dei pugni così forti che mi fanno rintronare la testa e perdere il senso dell'orientamento. Di notte non dormo e a volte piango. Svegliarmi alla mattina per andare al lavoro è un inferno, farmi vedere e massacrante psicologicamente. Hobisogno di aiuto, di tanto aiuto, ma non riesco a parlarne, mi vergogno e ho paura di non essere capita. Ci sono dei momenti in cui vorrei andare dal mio medico curante e confessare tutto, ma poi la vergogna mi ferma. Sono consapevole che non dovrei vergognarmi e che questa è una vera e propria malattia, c'è chi ha il raffreddore, io sono bulimica, ma non è semplice parlarne. Andrei avanti per tutta la notte a parlare di quello che sento, ma forse è meglio finire qua. La cosa che mi fa dispiacere di più è che per sette anni è come se non avessi vissuto e vorrei sinceramente iniziare a vivere come prima, a tornare ad essere una ragazza normale, allegra, spensierata(per quanto possibile) e soprattutto sentirmi bene, anche con un po' di ciccia in più. Spero di trovare il coraggio e la forza di chiedere aiuto, sono esausta!!!!!
STORIA N. 24 Insieme cominciammo una dieta Non ho grandi problemi, ma la consapevolezza che potrebbero diventare tali. Sono sempre stata una ragazza piccola di statura e un po' abbondante di dimensioni. Nel 1999 alcuni cambiamenti, la rottura con il mio ex fidanzato, la voglia di cambiare, spinsero me e il mio migliore amico, con una storia simile alla mia, a cominciare una dieta. Sembrava una gara a chi mangiava meno, chi scovava i cibi con meno calorie, a chi riusciva a fare più movimento. Persi il gusto di mangiare, l'idea di ingerire qualcosa che contenesse oltre le 100 kcal per 100 g, mi faceva terrore. Ma comunque stavo bene, mi sentivo leggera e mi piaceva che le persone si chiedessero come facevo a campare solo di aria. Persi 5 kg arrivando ai miei prestabiliti 49 kg. Nel frattempo il mio amico di sventura aveva perso 20 kg senza accennare a fermarsi. A distanza di 3 anni le cose sono peggiorate per entrambi, ma a lui vanno certamente peggio: alto 1 metro e 86, pesa 56kg, soffre di bulimia ed è in cura presso un centro specializzato. I suoi reni ne hanno pesantemente risentito, ha perso 3 cm in altezza. Io, in tre anni, ho smesso e ricominciato diete di tutti i tipi, restrizioni alimentari accompagnate da stratagemmi per mangiare di tutto senza farmi vedere, sensi di colpa ad ogni boccone e sbalzi di peso dai 49 ai 53kg. Al momento peso 52 kg, per un metro e 60 scarso, di altezza. La mia alimentazione è sregolata e nervosa. Non riesco a dire di no al cibo e il più delle volte si tratta del cibo sbagliato. Anche quando dico di controllarmi, finisce che mangio di tutto, sentendomi conseguentemente a disagio e con un terribile senso di colpa. Non riesco a rinunciare al cibo, nemmeno a controllarmi, come facevo un tempo. Mi sento sempre grassa e fuori posto, vorrei tanto perdere qualche chilo....Qualche volta ho provato a vomitare, ma non ci sono mai riuscita.........
STORIA N. 25 Una lettera tra le tante Sono entrata, non proprio per caso, a navigare un po' in Internet e sono finita a leggere la gente, e mica tutta, solo quella che soffre di bulimia od anoressia. La sensazione che ho provato mi ha fatto vergognare di preoccuparmi solo di me stessa, con i mille miei casini.Attraverso una lettura veloce, rapida ma immensamente profonda, ho deciso di condividere le sensazioni di questo momento con tutti coloro che, forse casualmente come è successo a me, si sono raccontati o si lasciano raccontare. Incredibile, sconcertante, mi sono detta. Io, grazie a Dio, a me stessa e a tanti altri,che non cito per non dilungarmi, pur salutandoli, non soffro di disturbi alimentari, ho altri problemi tra me e me, quindi non scrivo una storia, ma lancio un messaggio, un messaggio da stadio: FORZA TE ALE' ALE'.....FORZA...E ANCORA FORZA!La speranza, che è già una gran certezza, e' sorda e cieca, in questo preciso istante, per la paura di fare la figura della scema ed immediatamente dopo, sentirsi presuntuosa per avere l'opportunità di regalare un po' di comprensione e di entusiasmo. E' un grande passo avanti per la testa che ho sulle spalle, ed è un passo più vicino alla vittoria. Ho letto delle cose assurde e sconvolgenti, dolorose ed irritanti, ho letto oceani di lacrime di persone sole e, naturalmente disperate. Siamo al principio di un nuovo millennio e non riusciamo a capirci, nonostante, con questo splendido mezzo possiamo raggiungere in pochi minuti il punto opposto di dove siamo ora. All'inizio ero titubante a riuscire a trovare quello che cercavo per tutto il globo, semplicemente perché non mi sentivo all'altezza, poi una cosa tira l'altra, si sa....... E' proprio questo il punto.....ci sentiamo soli e naturalmente, disperati.Come si fa a lasciare solo il proprio compagno, un amico, un figlio, un fratello, un padre od una madre. L'elenco sarebbe lunghissimo, fino all'ultimo degli esseri viventi.E' sempre una lotta, una rincorsa, a volersi diversi da quelli che si e', senza considerare che e' proprio quello il punto di partenza. L'amica del cuore e' più bella di noi, più' sicura di noi, così, un po' orgogliosi nel voler fare da soli, non chiediamo aiuto nemmeno a lei. Figuriamoci quindi a nostra madre, a nostro fratello od al proprio compagno. Così il cibo diventa per tutti un rifugio, peccato non sia confortevole. Io, con l'aiuto di tantissime persone sto uscendo da anni di " non sono felice....".Le paure sono sempre tantissime, pur di non guardarsi dentro, ma quando si arriva a farlo, vi assicuro che è bellissimo. Non posso nascondervi che ho un compagno che lancia mille idee; a furia di beccarmi idee ne ho presa una al volo e sono.....partita.Auguri di ...... buon viaggio anche a tutti quanti voi!
STORIA N. 26 Mi trovo a disagio ogni volta che devo mangiare Buongiorno, sono una ragazza di vent'anni che si trova a disagio ogni volta che deve mangiare.Preferirei non essere costretta a farlo, ma so che il digiuno prolungato è più nocivo di quanto non lo sia un pasto consumato al volo. Faccio sport agonistico e quindi spesso, dopo alcune ore dall'allenamento, la fame mi assale. Ciò che mi pesa di più è che da quando sono all'università e quindi svolgo una vita meno stressante, con orari meno mattutini, mi sveglio di notte e quasi inconsapevolmente, sia che abbia fame oppure no, mi metto a fare colazione. Il problema è che gran parte delle volte ingurgito quantità industriali di cibo. Inoltre, dopo aver mangiato, come se non bastasse, mi giunge un attacco di sonno inarrestabile che mi costringe a dormire. La mattina è tragica poiché non riesco mai a controllarmi, ma la cosa più grave è che tendo a mangiare quando nessuno mi vede, di nascosto e furtivamente. Se invece esco con gli amici, tendo a non mangiare o ad essere più moderata e parsimoniosa. Qualche volta ho tentato di vomitare, non per diventare bulimica, ma solo perché stavo male, dal tanto cibo che il mio stomaco era stato costretto a contenere.Comunque, il mio organismo si ribellava a questi conati voluti.Il dormire poco è stata sempre una costante mia fisiologica, a cui si aggiunge questo aspetto poco piacevole della mia educazione alimentare. Quando ero al liceo saltavo i pasti(le cene), pesavo ben 4 chili di meno e mi vedevo sempre grassa. Ora, mi sono resa conto che anche se ho qualche chilo in più, non importa, però ho bisogno di controllare il mio modo di nutrirmi, perché non posso diventare schiava del cibo.Purtroppo, a tutto ciò si aggiunge il fatto che ho dei problemi di salute che mi hanno segnato psicologicamente, soprattutto nell'età adolescenziale, quando si inizia a confrontarsi con gli altri e a guardare il mondo in modo diverso.Non ho mai avuto menarca spontaneo, ma solo indotto e, se Dio vuole, forse solo i medici mi sapranno dire quale possa essere una possibile causa. Inizialmente mi avevano detto di attendere i 18 anni perché dovevo finire di svilupparmi. Intanto, però, vedevo le tredicenni ormai già piccole donne ed io a 15, 16 ,17,18,... ero rimasta una eterna bambina fuori e dentro. Dimenticavo di dirvi le mie fattezze: sono alta circa 166cm e peso attualmente 58 kg.Non sembrerebbero molti i kg(a parte la taglia in più che sono costretta ad indossare), ma ho depositi di tessuto adiposo localizzati nella fascia addominale ed antero mediale delle cosce che io considero veramente in eccesso......
STORIA N. 27 La forza dobbiamo trovarla in noi, ma l'aiuto esterno è necessario Ciao, sono una come voi,ho 33 anni e sono giunta al top:all'obesità.Lo dico con disonore e dolore.Ho disturbi alimentari ormai da decenni. Conosco ormai bene il perché del mio disturbo, ma nonostante questo, non riesco ancora a comportarmi in maniera equilibrata col cibo.Nella mia vita si sono susseguiti una serie di eventi drammatici(per me) che mi hanno sempre più spinto a ricercare nel cibo una via di uscita (retaggi infantili).Il dramma è che non mi riconosco fisicamente, questo strato abnorme di grasso che mi ricopre e mi maschera agli occhi degli altri, mi è insopportabile e, da tempo, non mi è più necessario e utile per nascondermi agli occhi del mondo,ma è divenuto un peso straziante ed ingombrante,che mi impedisce di vivere appieno e a godere della mia vita. Nonostante ciò, la voglia, il desiderio e la ricerca del cibo mi prende e non riesco a dire di NO, anche se lo vorrei con tutte le mie forze. Come possiamo tutti noi trovare la forza per dire di NO?Che dobbiamo fare?Chi può aiutarci?Esiste un luogo a cui rivolgerci dove sia possibile intervenire in maniera interdisciplinare? Dietologo,psicoterapeuta,endocrinologo,biologo insieme per darci un aiuto?La forza dobbiamo trovala in noi, ma l'aiuto esterno è necessario in questi disturbi, che oserei chiamare vere e proprie patologie.
STORIA N. 28 Una storia "diversa"? Leggendo le vostre storie mi rendo conto che la mia può sembrare strana e "diversa", però credo di avere dei disturbi alimentari. Il mio problema non è il voler dimagrire... o il mangiare e poi vomitare. Il mio problema è che io disprezzo il cibo. La maggior parte degli alimenti mi fanno venire il vomito. Non mangio verdure (a parte le patate e i piselli), non mangio pesce, odio la carne... non sono golosa, non mi piacciono i cibi elaborati e, anche se non lo vorrei... continuo a perdere peso. Sono alta 1.71 e peso 48 Kg... troppo poco. Quando incontro amici che non mi vedono da tempo mi rendo conto del mio problema: tutti mi trovano molto dimagrita e alcuni mi chiamano scheletro vivente. Il problema grosso però, è che a me non viene neppure appetito e quando finisco di mangiare, spesso mi viene la nausea. Sono arrivata al punto di non riuscire + a distinguere il senso di fame e la nausea... cioè io non so, quando mi brontola lo stomaco, se ho fame o altro. Ho il terrore di andare al ristorante e evito di mangiare quando sono in giro. Ho il terrore di uscire con gli altri, perché i miei attacchi di nausea arrivano all'improvviso e quando mi arrivano sogno di andare a casa. Quando sto a casa sto un po' meglio, anche se non mi passano neppure lì.Io non so cosa fare. Un mio amico mi ha convinto a parlarne con uno psicoterapeuta. Visto che non credo di essere del tutto "a rischio" spero di uscirne fuori e di riprendere una vita normale. Nel frattempo ce la metterò tutta per cercare di apprezzare il cibo.Grazie per la vostra attenzione, è la prima volta che riesco a parlare dei miei problemi così apertamente.
STORIA N. 29 Vorrei tanto
avere un'altra possibilità Salve! Ho 26 anni e da circa 5 anni soffro di bulimia nervosa. Sono sempre stata un po' in sovrappeso fin da bambina, ma non è mai stato un problema. Fino a quando non ho iniziato a guardarmi allo specchio, a confrontarmi con le amiche, a cercare il fidanzato... Ho iniziato a mangiare in maniera smisurato ogni volta che fallivo in qualche dieta. Andavo dal dietologo, mi si chiedeva di seguire una dieta ipocalorica, la seguivo con successo per circa un mesetto, dopodiché il crollo fisico ed emotivo. Dopo una grossa abbuffata mi provocavo il vomito e così giorno dopo giorno, vomito dopo vomito ho cominciato a perdere peso, a sentirmi sempre più stanca, nervosa, insofferente, isterica. Pensavo di avere la situazione sotto controllo, che potevo smettere quando volevo, invece dopo tanto tempo, sono ancora in lotta con questo mostro che cresce dentro di me. Sono una persona dal carattere molto forte, tante persone mi reputano un punto di riferimento, un esempio da seguire, ma non sanno che lotto ogni giorno con me stessa. E' difficile per me parlarne in famiglia, l'ho svelato ad un'amica, la quale è molto preoccupata per me. Ho provato la xxxxxxxx negli ultimi due mesi, grazie alla quale ho perso 12 kg ma da 5 o 6 giorni ho sospeso perché mi rendeva troppo nervosa, ma intanto ho ripreso a mangiare di tutto e a vomitare di nuovo. Mi ero illusa di aver trovato la medicina che risolvesse il mio problema: la fame. Ma la mia fame è come una pianta dalle radici profonde, è stabile e cresce sempre di più. E' una fame che mi sta uccidendo, neanche distinguo più i sapori.... Ho paura! Ultimamente il mio cuore batte in modo strano. In genere faccio molta attività sportiva, ma ho smesso perché sono sempre stanca e ho solo voglia di dormire. Mi chiedo verso quale strada mi sto incamminando. Spero di non essere un caso disperato, vorrei tanto avere un'altra possibilità!
STORIA N. 30 Come riuscire a vivere serenamente Gradirei che questa mia lettera venisse pubblicata e potesse essere letta da tutte le persone che hanno raccontato la loro storia con i disturbi alimentari. Molte di queste ragazze e donne adulte, si chiedono come fare per uscire da questo problema, si vedono spaesate, incerte sul da farsi. Molte si rivolgono allo psicoterapeuta, ma senza la convinzione e la volontà che sarebbe necessaria per risolvere definitivamente il problema. Io capisco il dramma di queste persone perché l'ho in qualche modo vissuto......ma è anche vero che va preso per quello che è....un conflitto con il cibo...la mia forza e volontà di stare bene è più forte del semplice "mangiare". Io ho scelto di vivere in modo sano e salutare, cosa che mi aiuta molto nei momenti in cui prende il sopravvento la paura di ingrassare. Se non mangio, allora il mio corpo soffre e io non voglio che stia male, lo tratto come una cosa preziosa, che devo accudire e coccolare, mai maltrattare. E' questo forse il modo con cui riesco a vivere serenamente!! STORIA N. 31 Non ne posso più Sono bulimica da tre anni, ma solo da uno me ne sono resa conto. Ho iniziato con una semplice dieta che, dopo poco, si è trasformata in un cappuccino a pranzo ed un insalata a cena. In tutto questo c'era, però, una volta alla settimana, "IL MIO GIORNO", nel quale potevo mangiare tutto, unico giorno di vera felicità, scoppiavo di gioia e soprattutto mangiavo senza sensi di colpa, perché era il premio per aver sopportato diligentemente la settimana. La sera prima non riuscivo a dormire, tanta era l'euforia pensando a tutte le squisitezze che avrei mangiato (per poi eliminarle con una settimana di digiuno). Non vomitando.....credevo di essere una normale persona a dieta che ogni tanto si toglie qualche sfizio.Un anno fa, improvvisamente, non ho controllato più niente, tutti i giorni divennero"I MIEI"........l'unica cosa che amavo fare, era stare chiusa in casa circondata da biscotti, salatini, patatine e chi più ne ha più ne metta. Ancora però non riuscivo a vomitare, quindi presi diversi chili e ciò, era per me INSOPPORTABILE. Mai, in tutta la vita sono stata tanto distrutta, disperata, demotivata.... mi sentivo sola, sporca, schifosa e grassa, tanto grassa, mi odiavo da morire. Leggendo, iniziai a capire l'anormalità del mio comportamento.....E' tanta la disperazione dopo un'abbuffata, nessuno, se non chi ci passa, può capire quanto sia forte..... qual terribile senso di angoscia, quell'aver fallito per l'ennesima volta, tutto ciò, porta ad estenuanti chiusure nel bagno, vomitando finché non hai la sensazione di buttar fuori anche il cuore.... Allora, con occhi allucinati, gonfi e rossi di sangue e lacrime, passi davanti allo specchio, riesci a vedere la tua disperazione, il viso sfigurato e tutto questo ti fa tanta paura e finalmente scoppi in un pianto disperato.Non ne posso più, non vedo via d'uscita, mi chiedo quando e se mai riuscirò a mangiare spensierata, ridendo tra amici e parenti, senza contare le calorie di ogni singolo boccone,assaporando i piaceri del cibo prima di ingoiare, considerando il cibo un piacevole compagno della vita, e non questo spietato nemico protagonista. E' una terribile condanna perché condiziona ogni minima scelta della giornata, non sei mai libera, sei sua schiava:del cibo.......
STORIA N. 32 Forse scrivere è un primo passo... Ho 26 anni, sono laureata da tre, sono felicemente fidanzata da sei anni, ho una famiglia adorabile, amo mio padre e mia madre, sono BULIMICA...forse. Non ne sono sicura. A volte penso di essere perfettamente normale, altre volte mi prende lo sconforto e mi rendo conto di avere un problema. E' la prima volta che racconto a qualcuno la mia storia. Ho visitato il vostro sito internet e sono stata tentata di inviare una e-mail , ma la paura è stata troppo forte. Paura di cosa? Domanderete voi. Di essere scoperta, rispondo io, di far conoscere ad altri il mio terribile segreto. La mi storia è iniziata nel 1994. Ero a dieta: avevo perso 10 chili ed ero arrivata a pesarne 65, per un'altezza di circa 1 metro e 67, ma continuavo a vedermi grassa. La dieta era faticosa, io avrei voluto essere più magra, ma l'ago della bilancia, nonostante le mie fatiche, non si muoveva. Nel mese di luglio una mia carissima amica venne in vacanza a casa mia per 15 giorni e mi confessò, tra le lacrime, il suo problema: mangiava e vomitava. Fu allora che decisi di provare quello strano metodo. La prima volta, mangiai e scesi in cantina, in un bagno di servizio. Morale della favola: nel giro di un mese pesavo 55 chili! Un sogno! Avevo risolto il problema, non mi rendevo conto che ero solo all'inizio di un incubo. Riuscivo a mantenere il mio peso attorno ai 52-53 chili (potevo mangiare e vomitare più di quattro volte tra le 12,30 e le 13,30). Mi pesavo tutte le sere. Avevo forti crisi di pianto ogni volta che l'ago della bilancia saliva sopra i 55 chili. Non volevo essere di nuovo grassa! Nel 1997 mia madre mi sorprese durante una operazione di rimozione del cibo. Mentii. Soffrii moltissimo. Temevo di averla delusa, di averle procurato un forte dolore, ma non volevo perdere il dominio sul mio corpo. Dovevo trovare una soluzione. Per il pranzo non c'erano problemi: bastava dire che mi fermavo all'università per saltare il pasto. I problemi sorsero con la cena. Fu così che capii che non era necessario vomitare in casa: prima di uscire prendevo con me un sacchetto di plastica e vomitavo nel sacchetto non appena lontana, con la macchina, dagli occhi dei miei. Non solo. Scoprii quanto fosse facile fingere un improvviso bisogno di WC quando uscivo con gli amici (a casa cenavo intorno alle 20, mi vedevo con gli amici alle 21. Giusto in tempo per estirpare il cibo di troppo!). Ancora peggio scoprii quanto fosse facile e sicuro vomitare nella doccia di casa, subito dopo la cena. Insomma, con una scusa o con l'altra riuscivo sempre a cavarmela. Nel dicembre 1997 mia nonna mancò. Il dolore era grande e con lei se ne andò gran parte della mia voglia di vivere. Saltare il pranzo era un'abitudine consolidata, la cena...vi era rimedio. Tra il 2000 ed il 2001 le cose sembravano migliorare. Il mio peso era aumentato (60 chili) e nessuno faceva più domande, anzi tutti dicevano "come stai bene così!". Nel luglio 2001 una nuova crisi. Non ne potevo più. Non riuscivo a stare bene con me stessa. Non riuscivo a trattenermi dal mangiare. Così ripresi a vomitare. Attualmente peso 57 chili e sono combattuta. Non so se ho bisogno di aiuto o se posso continuare così ancora e per il resto della mia vita. L'unica cosa di cui sono certa è che vorrei pesare 52 chili e ce la farò. Nel modo sbagliato forse. Vorrei che mi scriveste, ma non voglio darvi il mio indirizzo per paura di chissà che cosa. Non credo che la mia storia servirà a qualcuno, ma se la pubblicaste avrei l'impressione che qualcuno mi ascoltasse e che di qualcuno mi possa fidare. Sì, forse se la pubblicaste, troverei il coraggio di mandarvi una e-mail. Forse la cosa più importante è che abbia trovato il coraggio di scrivere.Forse è un primo passo. Un forte abbraccio.
STORIA N. 33 Un problema alimentare da oltre 15 anni. Ho 31 anni ormai. Ho un lavoro molto soddisfacente. Dopo molte alternanze anche una vita affettiva molto soddisfacente. Sto finendo un dottorato.Parlo in pubblico, spesso. Non credo di essere stupida. Eppure non sono riuscita a risolvere il mio problema alimentare che mi trascino da oltre 15 anni. Costituisco uno schema veramente tipico; in alcuni periodi della mia vita sono magrissima; compro milioni di vestiti da magrissima; divento "euforica"; ho la sensazione che "quella sono veramente io"; mi sento più libera, più allegra, molto più sicura di me. Altri periodi riprendo quei 10-12 kg che mi rendono insicura, che mi fanno tornare a vestire sempre uguale, "nascosta".Ho cercato di analizzare me stessa in ogni modo, cercando le cause che hanno creato questo meccanismo che poi si é radicato, creando il circolo, ormaiautomatico, dal quale non so uscire: dalla iperprotezione dei miei genitori che ha sfociato nell'ossessività (e mi chiedevo, allora, che forse mangiare in modo sregolato, a 15 anni, poteva forse essere un modo di protestare, quasi un grido di libertà)al fatto che, a causa del lavoro di mio padre, cambiavamo spesso città, il che costituiva per me un microtrauma: ogni volta, l'accettazione dal nuovo gruppo di bambini e - poi- adolescenti, era un'impresa abbastanza dolorosa per una bambina timidissima quale io ero.Non so più che pensare; solo recentemente ho preso lucidamente in considerazione i danni che facevo alla mia salute, oltre che alla mia "psiche", é come se il mio corpo avesse subito delle gravidanze, anche se,grazie ad una struttura sana di fondo, non vi sono segni evidentissimi......una cosa, però, sono riuscita a deciderla: non vomiterò mai più. Per il resto,pur avendo la sensazione di guardare e saper guardare dentro me stessa con grande lucidità ed attenzione, non so trovare l'aggancio che mi tiri fuori dalla voracità sproporzionata con cui mangio (e sono pure fortunata...altri ingrasserebbero di 40 kg con questa mole di cibo). Credo che non potrò avere una vita normale, "sana", da molti punti di vista, se non risolvo questa che ormai considero una malattia. Che faccio?
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